Austerity o politica di investimenti? L’austerità fiscale è un argomento estremamente controverso: se gli oppositori sostengono che abbia creato diseguaglianze e povertà (in crescita), i suoi sostenitori sostengono invece che i deficit di bilancio debbano essere affrontati in modo aggressivo, in ogni momento e a tutti i costi. I risultati di un asprimento comunque sono chiari: la crescita è stata indebolita; l’onere fiscale è elevato; gli investimenti pubblici sono quasi trascurabili, il che contribuisce al malcontento politico. La pressione fiscale nell’area euro si trova oggi sui massimi storici. Questa politica, insomma, ha generato gravi squilibri e decisioni economiche errate.

Mentre Junker fa autocritica e ammette di avere esagerato con l’austerity, resta il fatto che “la Germania e l’Europa devono rilanciare la domanda interna” questo sostiene Marcel Fratzscher, presidente dell’Istituto di ricerca economica di Berlino. In un’intervista Marcel Fratzscher ammette che la Germania, soprattutto, che sta guadagnando più denaro di quanto ne spenda, dovrebbe attuare in questo caso investimenti nelle scuole, nelle infrastrutture, nuove politiche sui trasporti e nel settore energetico.
Ma non basta, il potenziale di crescita è diminuito, grazie all’austerity, un pò ovunque. Potrebbe una nuova leadership a livello UE permettere che le pressioni sui governi continuino a diminuire?
L’austerità potrebbe finire presto: lo studio Credit Suisse
Uno studio di Credit Suisse mostra invece come, lentamente, la politica fiscale si sta allontanando dal persistente inasprimento degli ultimi anni. Il primo segnale sarebbe, che per la prima in tanti anni, il deficit fiscale dovrebbe rimanere stabile, attestandosi sullo -0,9% del Pil.
Un modello che sembra essere seguito dagli Stati membri:
Francia: vengono tagliate le tasse per le famiglie e aumentato il salario minimo. Il Governo francese ha promesso di ridurre ulteriormente l’imposta al 25% entro il 2022.
Italia: orientata la politica fiscale in una direzione più espansiva le riforme dei redditi dei cittadini e delle pensioni attuate nel 2019 mirano ad uamentare il potere di acquisto e la protezione sociale. Una speranza per il 2020: il governo dovrebbe ridurre le tasse in modo significativo sia per le famiglie che per la società.
Spagna: il Primo Ministro Snacheza ha già aumentato il salario minimo del 22%.
Grecia: il Governo è pronto a tagliare le tasse per le famiglie e le aziende. Il primo ministro Kyrianos Mitsotakis promette di agire in modo rapido sulla riduzione delle tasse.
Tutto ciò potrebbe rappresentare una svolta? L’austerity e la politica di investimenti stanno cambiando? Sicuramente non a breve termine ma tutti questi sono comunque segnali che indicando una sola cosa: la politica fiscale ha smesso di inasprirsi, anche se non sta allentando la sua presa. Restiamo in attesa di news.