La crisi della globalizzazione e l’attuale recessione stanno imponendo un cambio dei vecchi paradigmi. Dante Roscini usa l’espressione “il museo che affonda”, affermando che i suoi amici ad Harvard definiscono così l’Europa almeno da dieci anni: “the sinking museum”.

Ma chi è Dante Roscini? Oggi insegna come docente alla Harvard Business School, ma per vent’anni un banchiere d’affari ai vertici di Goldman Sachs, Merrill Lynch e Morgan Stanley. un carriera statuaria, se così si può dire. Il Sole24Ore, conclusa la sua inrervista su Skype, ne ha fato un articolo degno di essere letto e conservato per i giorni a venire.
«Questa crisi pandemica ha acceso un dibattito frenetico fra scienziati e economisti, studiosi di politica e storici» dice Roscini. «In una crisi così profonda e dalla doppia natura, sia di domanda che di offerta, le vecchie regole del capitalismo non funzionano più» ed aggiunge: «La politica monetaria e la politica fiscale devono necessariamente dialogare».
Ed è vero le vecchie regole vanno adeguate se non mutate. In realtà servirebbe anche un nuovo modello fiscale internazionale, e il primo obiettivo sarebbe quello di renderlo più equo ed efficace.
Leggi l’intervista integrale – «In questa crisi le vecchie regole del capitalismo non valgono più»
Crisi della globalizzazione o solo il ripetersi della storia?

Una costante dell’era della globalizzazione è la povertà, IspiOnline la definisce, secondo i pareri di molti, “una forma più “moderna” di colonialismo e di sfruttamento da parte dei paesi industrializzati. La verità è che “come qualsiasi meccanismo di creazione di ricchezza, essa pone con drammaticità il problema della distribuzione della ricchezza stessa”.
Continua a leggere l’articolo – Crisi economica, globalizzazione e povertà
Continuiamo ad essere animali sociali, come diceva Aristotele, ed economici, come diranno i pensatori dal XVIII secolo in poi. E non c’è virus che possa cambiare questa condizione.
Formiche.net
La storia però parrebbe insegnarci che la globalizzazione non morirà e anche se ora il mondo sembra sgretolarsi, l’occhio lungo della storia, così come viene definito da Formiche, ci aiuta a fare un pò più di chiarezza. Per fare ciò inizia a prendere come modello uno schema interpretativo del meccanismo di globalizzazione, con alcune caratteristiche che si ripetono con costanza nel corso della storia. Ovvero, ci sono degli elementi che alimentano i processi di internazionalizzazione e del commercio sorretti a loro volta da un ordine politico.
Continua a leggere su Formiche.net – La globalizzazione può finire? La storia ci dice di no